Frankenstein l’origine del personaggio | Esquire

2022-08-20 04:18:25 By : Mr. andrew xiao

Intramontabile nelle epoche lo scienziato Frankenstein torna a far parlare di se. Scopriamo le origini del fenomeno letterario.

Quanto conosciamo davvero Victor Frankenstein? Personaggio nato dalla penna della scrittrice inglese Mary Shelley nel 1818 dal titolo Frankenstein o il moderno Prometeo.

Uno scienziato che gioca a fare Dio, abbattendo i confini tra le leggi della natura come la vita e la morte. Dà origine ad una creatura.

Frankenstein di Mary Shelley è un capolavoro ispirato a vicende biografiche dell’autrice a cui si aggiungono sogni ed incubi in un turbinio di eventi che attingono direttamente all’alchimia. La perdita prematura della neonata di Shelley, il viaggio al Castello di Frankenstein in Germania, di cui oggi restano pochi ruderi, abitato da un alchimista che professava di aver trovato l’elisir di lunga vita. Con buona probabilità l’autrice si è ispirata proprio a lui per il personaggio di Victor.

L’eccelsa elaborazione del testo letterario fa riferimento a molteplici altre opere di gran lunga precedenti all’epoca della scrittrice, il ché denota grande conoscenza degli scritti del passato e della mitologia greca e romana. Non a caso emerge il sottotitolo di Prometeo che nella cultura greca si ribella agli dei per far ottenere il fuoco agli uomini, così come Victor tenta di restituire la vita. Mentre nella ovidiana Metamorfosi, Prometeo plasma gli esseri umani dall’argilla, allo stesso modo Victor tenta di dare nuova forma assemblando parti di cadaveri. Tutto è molto contorto ma ben architettato e risulta una scoperta pagina dopo pagina. Una cosa si evince su tutto: il lato umano appartiene anche (soprattutto) a chi è stato creato per diletto e per andare oltre la scienza.

Controverso e metaforico, il libro di Frankenstein, è una escalation di studi e ripensamenti da parte di Victor, quando poi la vita e i fatti quotidiani ad essa correlati mettono in discussione il percorso del nostro protagonista. Primo fra tutti la visione in piena notte di un fulmine che colpisce un albero e l’inizio degli studi in filosofia naturale, fino alla presa di coscienza di poter creare un essere vivente a sua immagine e somiglianza. Almeno questo era l’obiettivo iniziale.

Ma gli esperimenti sui cadaveri e i suoi collage avevano generato un Essere pensante, dotato di forza e intelligenza ma dall’aspetto di un mostro. Così lo stesso Victor Frankenstein, lo abbandona come un esperimento mal riuscito. Una serie di omicidi, di tragedie e di storie incatenate portano la trama ad infittirsi fino al momento in cui lo scienziato e la sua creatura si trovano faccia a faccia a riflettere sul lato più umano di quest’ultima con i suoi desideri. Dopo l’abbandono di Frankenstein il suo “mostro” chiede allo scienziato di realizzargli una compagna, tra indecisioni e tentennamenti acconsente ma in fase di creazione decine di distruggere questo nuovo progetto umano. Ancora una volta la vita di tutti è stravolta e sconvolta da omicidi e un senso di turbamento costante non fa altro che coinvolgere anche l’attenzione del lettore. Non vogliamo svelare il finale del romanzo ma una cosa è certa, dall’inizio alla fine è la solitudine a muovere i fili del racconto.

Frankenstein è diventato non solo il protagonista su carta ma lo ritroviamo anche nella trasposizione cinematografica. Questo a partire dagli inizi del 1900, esattamente nel 1910, in un lungometraggio muto, ovviamente in bianco e nero. Nei decenni ci sono state tutte una serie di adattamenti che hanno preso spunto dal Frankenstein di Mary Shelley e hanno approfondito e alcune volte stravolto le versioni dei fatti.

Uno tra i tanto amati Frankenstein film è proprio Frankenstein Junior con la sua celebre citazione “Si – può – fare!”. Un film del ’74 diretto dal regista statunitense Mel Brooks.

Campione di incassi è risultato essere un vero capolavoro tra tutti i film prodotti con gli stessi personaggi. Il merito va ad una sceneggiatura e ad una fotografia molto diverse per gli Anni ’70. Questo perché il film è innanzitutto in bianco e nero e si ispira ad una regia tipica dei tempi passati, esattamente agli Anni ’30 del ‘900. Sono state usate anche le attrezzature del film che ha dato il là a questo progetto cinematografico: Frankenstein di James Whale del 1931.

Naturalmente le apparizioni del nostro protagonista non potevano non passare anche per i fumetti e per le serie televisive. I primi sono stati creati da Edmond Hamilton e Bob Kane nel ’48 e pubblicati dalla DC Comics. Mentre le seconde prendono il nome di Frankenstein Chronicles.

Realizzate nel 2015 vedono come protagonista indiscusso Sean Bean nel ruolo di investigatore. Diciamola tutta, la trama è liberamente ispirata a Frankenstein ed è composta solo da due stagioni da sei episodi ciascuna.